Cima Canali su una multipitch classica delle Dolomiti
Una bella e impegnativa camminata per raggiungere il rifugio Pradidali (2278 metri) ci porta sotto alle Pale di San Martino. Le linee tracciate sulle relazioni, e le fotografie, non rendono l’idea. La Cima Canali è affascinante ed imponente, e ad essere sinceri, ci incute anche un po’ di timore. Il tramonto proietta sulle cime le ombre seghettate delle montagne circostanti, mentre la roccia si tinge del tipico colore dolomitico al tramonto. Passiamo la notte in rifugio, e la mattina all’alba ci incamminiamo verso la parete.

Invece di aggirare la parete appoggiata sotto alla Cima Canali la risaliamo in due tiri, fino a raggiungere l’attacco vero e proprio della via (consigliamo di seguire il sentiero che aggira la parete a sinistra e poi traversa sulla cengia, molto più veloce).
Saliamo abbastanza velocemente i primi quattro tiri, e ci ritroviamo sotto la bellissima parete gialla dove sale il 5° tiro. Uno dei tiri più spettacolari tra quelli che abbiamo fatto sulle Dolomiti. Complice anche una chiodatura abbastanza ravvicinata sembra quasi essere più facile rispetto al grado sulla carta. Mancano “solo” altri 6 tiri e i gradi dovrebbero essere più contenuti, ma ci rendiamo presto conto che le difficoltà sono costanti. L’esposizione è grandissima e psicologicamente siamo molto stanchi. Sul 9° tiro inzio anche ad avere i crampi, e la mano sinistra mi si chiude sul passo chiave del tiro.
Anche la discesa in doppia è una piccola avventura. Spesso le corde penzolano nel vuoto perchè la parete è strapiombante. La vista è fantastica, il vuoto sotto di noi è spaventoso.
Una via incredibile e una soddisfazione enorme.
Fessura Buhl/Erwing

Considerata un capolavoro, questa via è stata aperta da Hermann Buhl, in compagnia di Herweg Erwing, nel 1950.
Lunghezza totale: circa 400 metri
Grado massimo: V+
Tiri: 11
Per una relazione dettagliata della via: https://www.sassbaloss.com/pagine/uscite/canali/canali.htm
Una via decisamente impegnativa, sia a livello fisico che a livello psiclogico. Il V+ delle dolomiti non va mai sottovalutato.
La chiodatura è abbondante sui tratti più difficili e i passi chiave sono sempre protetti. La difficoltà della via consiste nello sforzo prolungato, in quanto ad eccezione di pochi metri le difficoltà sono sempre continue. Sui tratti meno difficili è necessario integrare le protezioni utilizzando fettucce, cordini ed eventualmente qualche nut e friend.
Per la discesa è consigliato calarsi in doppia lungo la via, in quanto le soste sono state riattrezzate e questa soluzione risulta più semplice e veloce della discesa a piedi.

Per vie multipitch facili in Dolomiti leggi questo articolo: https://6bpump.com/sella-towers-easy-multipitch/